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Tra Classica e Jazz, il novembre della Camerata

Tra Classica e Jazz, il novembre della Camerata

Dopo la prestigiosa inaugurazione della Stagione con il Maestro Aldo Ciccolini, il 30 ottobre al Petruzzelli, il programma di novembre della Camerata ha nel suo cartellone tre appuntamenti da non perdere.

Grande evento della stagione, il Concerto di Uto Ughi, lunedì 10 novembre al Teatro Petruzzelli.

Ughi, già ospite della Camerata in passate edizioni, si esibirà con l’Orchestra da Camera I Filarmonici di Roma.

Alcune curiosità che riguardano il celebre Maestro. Oltre allo straordinario talento artistico, Ughi porta avanti da anni ammirevoli iniziative per la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale nazionale (“Omaggio a Venezia” per raccogliere fondi per il restauro di alcuni monumenti storici della città; “Omaggio a Roma”, per la diffusione del grande patrimonio musicale internazionale e, dal 2003, “Uto Ughi per Roma”, festival di cui è ideatore, fondatore e direttore artistico.)

Uto Ughi suona con un violino Guarneri del Gesù del 1744, considerato uno dei più bei “Guarneri” esistenti, e con uno Stradivari del 1701 denominato “Kreutzer” perché appartenuto all’omonimo violinista a cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata, ma possiede anche uno Stradivari di inestimabile valore. A seconda dei programmi da eseguire sceglie il suo “partners” musicale.

Il 17 novembre sarà la volta del concerto jazz Il Pergolese con Maria Pia De Vito.

Ad esibirsi sul palco del Petruzzelli, un quartetto composto dalla cantante jazz con François Couturier al pianoforte, Anja Lechner al violoncello e Michele Rabbia alle percussioni.

L’abile ed elegante maturità canora raggiunta dalla De Vito, permettono di reinterpretare l’opera pergolesiana con risultati di elevato livello e momenti di grande pathos.

E’ la stessa cantante a spiegare il progetto sperimentale “Il Pergolese”, inciso per la prestigiosa ECM di Manfred Eicher.

“Alla base di questo progetto c’è un grande rispetto e un’enorme attenzione ad allontanarsi dal kitsch che è sempre in agguato. Il materiale di Pergolesi è diventato un campo di sperimentazione. Abbiamo lavorato sulla unione tra elettronica e suoni acustici, canto improvvisato e tessuti armonici. Il Pergolese è diviso in due parti: nella prima siamo stati più aderenti alle partiture originarie, nella seconda abbiamo provato a re-inventare la tradizione. Ho tradotto in napoletano due frammenti dello Stabat Mater proseguendo un lavoro che ormai faccio da qualche anno. Dopo la riscrittura in partenopeo di Chico Buarque e di Dalla ho continuato a concentrarmi sulle parole e sulla metrica. Questa lingua ha un’espressività molto più forte di quella italiana”.

L’ultimo appuntamento di novembre sarà il concerto del18 novembre al Teatro Petruzzelli, affidato al duo composto dal Violoncellista ANTONIO MENESES e dalla Pianista MONICA CATTAROSSI, ma di questo ne parleremo più avanti.