"Enrico è un musicista incredibile, di quelli che riconosci dopo la prima nota - dipinge Rea il suo compagno d’avventura-. Se è vero che il suono è l’espressione dell’anima, allora Enrico ne è l’esempio più evidente». Rea specifica e approfondisce: «Molti solisti, quando suonano in duo, hanno bisogno di essere accompagnati. Con Enrico è diverso, si crea una sinergia e un suono unico, come se ci fosse una terza persona a suonare con noi. Personalmente, ho sempre pensato al jazz come un racconto di vita, l’esperienza è fondamentale. Ovviamente, puoi suonare così solo quando c’è una grande fiducia reciproca, che ti porta anche ad essere propositivo». Non meno lusinghiere, a parti invertite, le parole di Enrico Rava.
«Non è la prima volta che suono con Danilo: è un pianista strepitoso, non è mai banale e riesce sempre a sorprendermi. Inoltre, ha una caratteristica che lo differenzia da molti: è un musicista che sa ascoltare e si fa ascoltare allo stesso tempo».
Non è un caso che l’intesa duri da tempo, senza accusare cedimenti, anzi migliorando sempre.
«Dalle nostre collaborazioni - aggiunge Rava - sono nate sempre delle cose impreviste, e questo può accadere soltanto quando c’è un ascolto reciproco. Abbiamo scelto dei brani per il repertorio dei concerti, ma ci siamo lasciati anche ampi spazi per l’improvvisazione...».
Danilo Rea
Enrico Rava